pubblico un documentario National Geographic, dove si parla
dei più sofisticati sistemi di sorveglianza: telecamere, microchip impiantati
nella carne e scansioni dell’iride. all’inizio si parla del sistema di
telecamere che sorveglia Londra. più di 500.000 occhi elettronici in grado di
seguire gli spostamenti di chiunque si muova nel territorio della capitale. poi
della tecnologia di riconoscimento facciale, fino agli elicotteri che volano
sopra le città di notte per controllare le strade e le terrazze dei privati
cittadini. sistemi che aiutano le forze di polizia a prevenire il crimine, ma
che possono anche trasformarsi in un sistema di controllo generalizzato, se
utilizzati senza discriminazioni. e i governi, ditemi se sbaglio, spesso si
sono rivelati soggetti loschi e disumani. nessuno può concentrare nelle proprie
mani un potere del genere. si chiama dittatura. invece la fanno passare come
la forma più alta di tutela del cittadino. già abbiamo i cellulari sempre
addosso, che segnalano continuamente la nostra posizione. qualcuno pensa che se
non si ha niente da nascondere, non si deve temere l’occhio del grande
fratello; ma io dico, a sentire parlare di sistemi del genere solo vent’anni
fa, veniva da pensare alla fantascienza, ma fantascienza fosca, tetra,
maledetta. adesso la cosa è realtà e stiamo a disquisirci sopra. non me ne
frega un cazzo se non sono un criminale, se non ho nulla da nascondere… il
fatto è che non ho nulla da fare vederea chi non conosco. l’uomo è
nato per non sapere cosa succede al di fuori della portata dei suoi sensi. gli
attentati del 11 settembre 2001 sono stati una manna per tutti i governi,
soprattutto quello americano, che con la scusa del sedicente terrorismo internazionale,
hanno reso legali e soprattutto hanno fatto passare per legittime misure di
violazione della riservatezza, considerate lesive della libertà individuali solo una ventina di anni fa, misure comuniste, perversioni staliniste, considerate tali proprio dai loro attuali sostenitori quali misure di sicurezza indispensabili. poi tutto quel sistema di catenacci eletronici, i bancomat, i telepass, le transazioni con le carte di credito, le mail, i
social network. lasciamo dietro di noi tracce che riunite in database rendono
un profilo molto accurato di chi siamo, dei nostri spostamenti, dei nostri
vizi e inclinazioni. sono uno strumento di marketing
occulto, che suggerisce quali sono i prodotti da lanciare sul mercato. e in
base a quei prodotti, la nostra vita cambierà. perché se quando penso alla
campagna vedo, nella mia mente, il logo del mulino bianco, mi sento violentato. e la cosa che, nei periodi di sconforto che per forza di cose mi attraversano, mi trafigge maggiormente, è
di come, nella realtà dei fatti, la popolazione non sia stupida. conosce la realtà, ma è rassegnata, vinta, docile a questa logica. qui la mia
depressione raggiunge il culmine: quando vedo la gente tranquilla e rassegnata. consapevole e convinta di essere impotente. lobotomizzata, priva della volontà. inquietante una delle ultime frasi del documentario: “mezzo milione di
telecamere non hanno potuto fermare gli attentatori di Londra”… allora cazzo…
dovevano essere davvero organizzati bene i bombaroli… così bene come tre studenti armati di ideologia e fanatismo
difficilmente possono essere… almeno che dentro al cranio non abbiano il
cervello di Albert Einstein o Jean Genet, tre crape di geni, insomma. ma un
genio col cazzo che si fa saltare in aria per un’idea.

."e i governi, ditemi se sbaglio"
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